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Renaud Anjoran, fondatore di Sofeast, una società specializzata nel campo dell’assicurazione e del controllo qualità che ha sede nella provincia cinese del Guangdong, la patria dell’elettronica cinese ci spiega l’importanza del controllo qualità e come comportarsi se qualcosa dovesse andar storto.

Renaud è la persona da chiamare per assicurarsi che le proprie merci rispettino gli standard di qualità da te richiesti o dopo aver accertato che le tue merci hanno un problema relativo alla qualità.

Renaud, raccontaci qualcosa su di te e su come hai iniziato a lavorare nel campo dell’assicurazione e del controllo qualità.

Arrivai nel sud della Cina perché mi assunse una compagnia di esportazione con base a Hong Kong. Ma, dopo circa un anno e mezzo, avevo come l’impressione che i fornitori cinesi mi avessero già fregato in ogni modo possibile. Ero frustrato, avevo il desiderio di lasciare il lavoro e dedicarmi a qualcosa di diverso. Ed è quello che feci.

Mi sembrò ovvio che ci fosse il bisogno, tra le piccole e medie imprese intente ad importare merci dalla Cina, di una società che si occupasse di garantire la qualità delle merci prodotte. Diedi quindi vita alla mia società e iniziai a offrire questo tipo di servizio.

 

La tua società si trova in Guangdong, lontanissima da Shanghai o Pechino. A cosa si deve questa scelta?

Semplicemente perché, quando abbiamo iniziato (ma il discorso è parzialmente ancora valido), tutte gli importatori che potevano e volevano usufruire dei nostri servizi facevano affari con fornitori localizzati nei pressi del delta del Fiume delle Perle, nella provincia del Guangdong, appunto. Il motivo è che l’apertura economica della Cina iniziò proprio da qui e, in particolare, dalla città di Shenzhen che si trova di fronte ad Hong Kong. Questo significa che le aziende manifatturiere con più esperienza – ovvero quelle che possono garantirti la qulità migliore, – si trovano qui.

 

Cos’è esattamente l’assicurazione qualità e che metodologie richiede?

“Assicurazione qualità” è un termine molto più generale di “controllo qualità”. Mentre quest’ultimo indica quelle operazione volte a verificare che un dato stock di produzione sia conforme agli standard di qualità richiesti, l’assicurazione qualità rappresenta il processo volto a prevenire i problemi di qualità prima che si presentino. Ecco le fasi più importanti:

1.) Esaminare il design dei nuovi prodotti in modo da poter prevedere e anticipare possibili problemi. Il massimo sarebbe quello di eseguire questa fase in presenza degli ingegneri dell’azienda manifatturiera.

2.) Prendere in considerazione varie aziende manifatturiere e far firmare un accordo di vendita alla migliore di esse.

3.) Assicurarsi, tramite la lista delle specifiche e un’attenta ispezione dei campioni del prodotto, che il fornitore abbia pienamente compreso gli standard di qualità e le varie caratteristiche del prodotto.

4.) Effettuare uno o più controlli qualità. L’ideale sarebbe effettuarne tre: uno prima, uno durante e uno dopo la fase di produzione delle merci in quanto prima si identifica un difetto più è facile correggerlo.

5.) Migliorare la procedura mano a mano che si fa esperienza e che si impara dai propri errori.

Nota che la responsabilità di organizzare tutte le fasi che ho elencato ricade sull’acquirente, ovvero sull’importatore.

L’assicurazione qualità è un’industria enorme in Cina. Perché pensi che in altri paesi esportatori quali il Giappone o gli Stati Uniti non si sia mai sviluppata allo stesso modo?

Prima di tutto, le merci prodotte in Cina non possono essere rispedite in fabbrica se risultano difettose. Non vi è alcun tipo di garanzia. In secondo luogo, il sistema legale cinese è molto diverso da quello cui è abituato l’acquirente. E i fornitori cinesi ne sono coscienti. Inoltre bisogna considerare che molti dei problemi legati alla Cina sono dovuti alla difficoltà di comunicazione. Inviare un ispettore in fabbrica è il modo migliore per scoprire eventuali difetti prima di inviare il saldo del pagamento e della spedizione; quando cioè si può ancora richiedere al fornitore di riparare o fabbricare nuovamente le merci difettose.

Molti dei nostri lettori gestiscono un’impresa di dimensioni medio/piccole. Pensi che assumere un ispettore qualità abbia senso anche per un business dalle risorse limitate?

Vi sono soluzioni alternative quali ordinare sempre quantità minime o utilizzare una lettera di credito per i pagamenti. Il problema però è che tali soluzioni di solito sono più care di un ispettore qualità, che al giorno d’oggi in Cina può venire a costare anche meno di 250 Euro.

Ti sei probabilmente trovato nella situazione in cui il cliente ti ha inviato una lista di specifiche del prodotto tutt’altro che chiara. Questo rende il tuo lavoro più difficile e, di conseguenza, può danneggiare il cliente stesso. Che consigli hai per gli imprenditori che si trovano a redarre una lista di specifiche in vista di un controllo qualità?

Ottima domanda. Di solito noi forniamo un documento che dovrebbe aiutare i clienti a preparare una lista di specifiche la più completa possibile. Il problema è che molti di loro non si prendono la briga di compilarla. Molte agenzie specializzate in controlli qualità possono anche aiutare il cliente a preparare la lista, ma solo a condizione che il cliente invii un campione identico al prodotto che verrà esaminato.

 

I fornitori cinesi sono tristemente famosi per utilizzare materiali e componenti il più economici possibili a discapito della qualità del prodotto, senza avvisare l’acquirente e con il solo scopo di aumentare i propri margini di guadagno. Qual è il tuo suggerimento per evitare questo tipo di truffa?

Sì, è un rischio che si corre sempre, sopratutto quando l’acquirente fa troppe pressioni per ottenere il prezzo più basso possibile (in quanto molti fornitori tendono comunque ad accettare l’ordine per poi recuperare la riduzione di prezzo utilizzando materiali o componenti il più economici possibile). Un modo per evitare questo problema è quello di ispezionare i materiali e componenti chiave prima della produzione di massa. Una volta che si dà il via alla produzione di solito è troppo tardi.

 

Come vi comportate quando scoprite un numero troppo elevato di difetti durante la produzione?

In questa situazione molti acquirenti compiono l’errore di spingere il fornitore a riparare o fabbricare nuovamente le merci prima di sottoporle a un’ispezione ulteriore. Sfortunatamente spesso non è abbastanza.

Ecco invece l’esempio di un cliente che, dopo che trovammo un numero decisamente elevato di difetti, ha agito correttamente: l’acquirente chiese al fornitore quale fosse il suo piano d’azione ed accettò la sua proposta, ovvero quella di riparare dieci unità di prodotto difettose e di inviarle al cliente per un’ispezione delle unità riparate (e quindi anche della procedura di riparazione utilizzata).

Una volta soddisfatto delle merci riparate, il cliente chiese al fornitore di separare le merci difettose da quelle che invece rispettavano gli standard di qualità specificati nell’accordo di vendita. A questo punto ci trovammo con un migliaio di unità difettose e il cliente diede al fornitore l’istruzione di ripararne solo il 10% in modo da poter ulteriormente giudicare il lavoro di riparazione prima che l’intero stock di prodotti difettosi venisse riparato.

Questo modo di procedere a piccoli passi evita di ispezionare nuovamente tutte le merci – magari varie volte – sino a che il cliente, ormai sfiancato e a corto di merci in magazzino, accetta le merci nonostante sappia che il 10% dello stock è difettoso.

Ho anch’io una certa esperienza nel controllo qualità e, onestamente, non mi ricordo una sola volta in cui l’ispezione sia andata perfettamente. Ti è mai capitato di svolgere un’ispezione e di non trovare alcun difetto?

No. In generale chi importa dalla Cina non dovrebbe mai aspettarsi di ricevere merci totalmente prive di difetti. Il processo di manifatturazione non è una scienza esatta; neanche le migliori linee di produzione giapponesi sono esenti da difetti. Il risultato cui dovresti ambire è di ottenere merci con un tasso di difetti ridotto (diciamo l’1-2%) e, ovviamente, senza che vi siano difetti talmente gravi da poter causare danni fisici al consumatore finale del prodotto.

Quali sono le tue previsioni per il futuro? Tra dieci anni ci sarà ancora bisogno di ispettori qualità o le aziende manifatturiere cinesi avranno raggiunto uno standard e un’esperienza tale da rendere inutile ogni controllo?

In una certa misura ce ne sarà sempre bisogno come ancor oggi ce n’è bisogno in paesi quali gli Stati Uniti o Taiwan. Inoltre, negli ultimi cinque anni non è cambiato quasi niente. Penso che il motivo sia da ricercare nel comportamento di quella fetta di importatori che, facendo sempre e comunque pressione per ottenere i prezzi più bassi possibili, lasciano sopravvivere quelle aziende

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