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Quando si importa dalla Cina è fondamentale assicurarsi che l’azienda manifatturiera cinese con cui siamo in trattativa rispetti la direttiva RoHS che si applica ai componenti e alle apparecchiature elettroniche fabbricate o importate all’interno dell’Unione Europea.
Come ottenere un prodotto conforme alle norme RoHS ed accertare tale conformità?
In questo articolo vi spiegheremo proprio questo.

RoHS e RoHS 2

RoHS (Restriction of Hazardous Substances Directive) è una direttiva che limita l’impiego di alcune sostanze – metalli pesanti, in particolare, nelle apparecchiature elettroniche. La normativa mira a ridurre l’impatto di sostanze tossiche quali il piombo o il mercurio sia sugli esseri umani che sull’ambiente.
Le sostanze interessate sono le seguenti:
– Piombo (Pb)
– Mercurio (Hg)
– Cadmio (Cd)
– Cromo esavalente (Cr6+)
– Bifenili polibromurati (PBB)
– Etere di difenile polibromurato (PBDE)
Tali sostanze si trovano in diversi materiali e prodotti quali le leghe per saldatura, il PVC, la vernice, le batterie e alcuni componenti metallici.
A partire dal 2013, RoHS (ora chiamato RoHS 2, o Direttiva 2011/65/UE) fa parte della normativa CE. Questo significa che, a partire dal 2013, un prodotto conforme alla normativa CE è automaticamente conforme anche alla direttiva RoHS 2.

Quali sono i prodotti che devono rispettare la direttiva RoHS?
In sostanza tutti i componenti e/o apparecchiature elettroniche realizzate o importate all’interno dell’Unione Europea. Ecco una lista di alcuni prodotti:
– Elettrodomestici quali frigoriferi, condizionatori, forni a microonde, eccetera
– Computer, tablet e telefoni cellulari
– Elettronica di consumo quali schermi LED, lettori Blu Ray, eccetera
– Illuminazione, ad esempio lampade a LED
– Utensili da lavoro quali trapani o moto-picchi
– Giocattoli elettronici e attrezzatura sportiva (cyclettes, ad esempio)
– Distributori automatici
– Apparecchiature mediche
– Dispositivi a semiconduttore (etilometri, ad esempio)
Praticamente qualsiasi oggetto che possieda una spina elettrica o abbia bisogno di batterie per funzionare.

RoHS e Marcatura CE

Tutti i prodotti che rientrano nell’ambito della direttiva RoHS devono anche possedere la marcatura CE. Ovvero, oltre a dover passare i testi di certificazione, devono anche possedere la seguente documentazione:
– Dichiarazione di conformità
– File tecnico
– Manuale di utilizzo
– Etichette di conformità
A parte la marcatura CE, i prodotti che rientrano nella direttiva RoHS devono anche possedere la marcatura RAEE.
Fate attenzione perché molti fornitori cinesi solitamente non realizza prodotti conformi alla direttiva RoHS, ovvero non realizzano le merci seguendo determinate regole (ad esempio utilizzando leghe per saldatura che non contengano piombo, tra le altre cose).
Siccome tali precauzioni nella maggior parte dei mercati non sono richieste (ad esempio in Russia, Asia del Sud Est o la Cina stessa), per la maggioranza dei fornitori rispettare la direttiva RoHS non ha senso (occorre infatti spesso utilizzare materiali ben più cari, quali ad esempio leghe senza piombo).
Inoltre, anche quando esportano in Europa, non vi è alcuna legge che obbliga i fornitori cinesi a rispettare le norme Europee quali RoHS o, più in generale, CE. Il fatto non è poi così strano: perché i cinesi dovrebbero essere obbligati a rispettare regolamenti in vigore solo all’interno dell’Unione Europea?
Dal punto di vista pratico, quando si introducono apparecchiature elettriche o elettroniche all’interno dell’Unione Europea, la responsabilità di rispettare gli standard di certificazione europei ricade interamente sull’importatore, tra l’altro, non esiste un fornitore “certificato”: sono i singoli prodotti a dover essere conformi agli standard.
Questo vuol dire che uno stesso fornitore può produrre sia merci conformi alle direttive RoHS (piastre per capelli ad esempio) che merci non conformi (asciugacapelli, ad esempio).

Come faccio ad assicurarmi che i prodotti che voglio importare siano conformi alla direttiva RoHS?
Quando si importa elettronica dalla Cina, vi sono quindi solo due possibili opzioni:

1) Selezionare prodotti che abbiano già passato il test di certificazioni RoHS
In questo caso il fornitore possiederà già un certificato che dichiari che un dato prodotto ha già passato in precedenza il test di conformità per lo standard RoHS. La maggior parte dei fornitori possiede certificati solo per una parte dei prodotti in stock (spesso una minoranza). Questo riduce la scelta dei prodotti acquistabili da un dato fornitore.
Inoltre, tieni presente che si tratta di un test riguardante prodotti realizzati in passato. Nessuno ti garantisce che il fornitore utilizzerà, per i tuoi prodotti, gli stessi materiali e componenti utilizzati per realizzare l’oggetto che ha passato il test di conformità.

2) Inviare un campione (batch sample) ad un laboratorio che esegua il test di conformità. Inviare un campione (batch sample) ovvero un campione realizzato con gli stessi materiali e componenti con cui verranno realizzate tutte le tue merci, a un laboratorio che esegua il test di conformità è l’unico modo per essere sicuri che le merci rispetteranno gli standard di certificazione.
Il problema è che, siccome un campione del genere non sarà disponibile sino a quando la produzione non verrà completata, dovrai probabilmente pagare il deposito del 30% prima che sia possibile eseguire il test, ovvero prima di sapere se il campione risulterà conforme o meno.
Anche se il fallimento di un test può trasformarsi in un disastro, se l’esito negativo arriva prima del pagamento del saldo finale il fornitore probabilmente accetterà di riparare o re-fabbricare l’intero stock di merci già prodotto (pena la perdita del saldo finale del 70%).

Inoltre, se un fornitore possiede già diversi certificati riguardanti prodotti realizzati in passato (vedi opzione 1), è molto più probabile che possieda la capacità di produzione per realizzare un prodotto a norma e quindi passare il test di conformità.
E’ fondamentale testare il prodotto già assemblato e non i singoli componenti.

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