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Un trend del mercato è quello di rifornirsi dalla Cina e vendere su Amazon attraverso vari modelli di business che si stanno evolvendo in questi anni.

È fondamentale gestire tutta la filiera nella maniera corretta al fine di evitare che Amazon stesso impedisca al vendor (l’utente che intende vendere) di accedere alla piattaforma con i suoi prodotti. Amazon utilizza vari KPI (indicatori chiave di performance) per valutare l’affidabilità dei venditori, al fine di “premiare” quelli più performanti (facendoli scalare nelle pagine di ricerca o attraverso altri tool) e “punire” quei venditori che risultano scarsamente affidabili e che poco rappresentando la qualità di servizio pretesa da Amazon.

Il raggiungimento di questi KPI dipende da come è strutturata la tua catena di acquisto, dall’affidabilità e qualità del fornitore alla quale l’azienda italiana si rifornisce e al rispetto di altri indicatori fondamentali richiesti da Amazon.

Elenchiamo ora alcuni criteri per valutare i KPI da parte di Amazon:

I tre elementi di valutazione tenuti in maggior considerazione da Amazon sono:

• Percentuale di ordini con problemi (ODR, order defect rate): < 1%
• Percentuale di articoli non in stock venduti su Amazon (pre-fulfillement cancellation rate) < 2.5%
• Tasso di ritardo durante la spedizione (late ship rate): < 4%

Percentuale di ordini con feedback negativo (ODR)

“Tutti i venditori di Amazon devono impegnarsi per raggiungere e mantenere un livello di assistenza al cliente che si traduce in una percentuale di ordini con feedback negativo non superiori all’1%.”

Tutti i venditori di Amazon (compresi gli importatori) sono vincolati a garantire un tasso inferiore all’1% dei resi generati da difformità di prodotto; se il tasso di difettosità superasse questa percentuale, Amazon potrebbe sospendere l’account al vendor e impedirgli di vendere nuovamente sulla piattaforma.

Detto ciò, risulta fondamentale la scelta di fornitori affidabili che garantiscano un grado di difettosità molto basso e, per fare ciò, è necessario appoggiarsi a strutture competenti in grado di valutare l’affidabilità dei fornitori e gestirli per conto dell’azienda importatrice.

In caso contrario l’azienda si ritroverà con un tasso molto elevato di prodotti difettosi, pregiudicandosi la possibilità di commercializzare su Amazon.

Un altro elemento fondamentale in questa strategia di business, al fine di limitare la percentuale di prodotti difettosi, è l’audit di controllo qualità eseguita da enti specializzati in ciò.

ImportazioneFacile.it è in grado di organizzare audit di controllo al fine di verificare la conformità del prodotto acquistato prima di effettuare il saldo al fornitore, in modo da controllare per tempo lo stato della commessa e il suo rispetto all’ordine iniziale del cliente.

Percentuale di articoli non in stock venduti su Amazon

La gestione dello stock è un altro elemento fondamentale nel lavoro dell’importatore che lavora su Amazon: ritrovarsi annullati degli ordini a causa della mancanza di prodotto risulta frustrante e dannoso: Amazon controlla i livelli di stock ed il numero di ordini non evasi a causa di rottura di stock, andando a “punire” i venditori che non sono in grado di consegnare gli ordini peggiorando il loro rating od estromettendoli dalla piattaforma se ciò avviene di frequente.

“È consigliabile farsi seguire da professionisti come la nostra agenzia in tutto il processo di gestione del fabbisogno, in modo da non incorrere in ritardi e mancate consegne del materiale.”

Tasso di ritardo nelle spedizioni

Quest’ultimo indice è correlato al tasso di annullamento degli ordini: senza un adeguata pianificazione e controllo della filiera di rifornimento è facile incorrere in ritardi o mancate consegne.

Queste problematiche porteranno a penalizzazioni nelle vetrine Amazon, oltre che a ingenti danni economici per gli importatori.