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Miti e realtà della marcatura CE quando si importa dalla Cina

La marcatura CE è un noto marchio di conformità che trovi su una vasta gamma di prodotti diversi, ad esempio, i sistemi elettronici, i giocattoli ed i macchinari. La marcatura CE indica il rispetto di tutte le normative vigenti per uno specifico prodotto: ad esempio, la Direttiva Bassa Tensione, oppure la direttiva EN 71 per la sicurezza dei giocattoli. La marcatura CE non è applicabile a tutti i prodotti, tuttavia, è obbligatoria per tutti i prodotti che rientrano nel campo di applicazione delle normative.

Come illustro più dettagliatamente in questo articolo, sulla marcatura CE c’è da dire molto di più di quanto vedi, vale a dire più del piccolo logo stampato. Sebbene molti importatori siano consapevoli del fatto che ci sono i requisiti per i test e la documentazione, moltissime aziende non riescono a capire come tale documentazione venga prodotta e quello che deve contenere.

Poi c’è la Cina

Le procedure per la marcatura CE non tengono presente gli importatori. Pur garantendo che la marcatura di conformità CE sia relativamente semplice per un produttore che ha sede nell’Unione Europea o negli Stati Uniti, dato che riguarda solo i propri prodotti – è di gran lunga più complessa per gli importatori che acquistano dai produttori a contratto in Cina ed in altri Paesi in via di sviluppo. Vogliamo sfatare sei miti comuni in materia di marcatura CE quando importi dalla Cina e dobbiamo spiegare il background di ciascuno di questi miti.

Nota importante: Mentre pubblichiamo questo articolo, Amazon.com ha recentemente rimosso un modello di scooter dal suo mercato. Nel frattempo, le autorità doganali britanniche hanno ritirato 15.000 unità dello stesso prodotto, dopo aver constatato che l’88% delle unità presenti sul mercato non era conforme. Per gli importatori “sfortunati” ciò può significare la rovina finanziaria. Ciononostante, tutto questo si sarebbe potuto evitare, se avessero avuto almeno una conoscenza di base delle normative di sicurezza del prodotto applicate nei loro mercati interni e del modo in cui funzionano le procedure di conformità quando si importa merce dalla Cina.

Perché la marcatura CE diventa più complessa quando coinvolge i produttori a contratto asiatici

La marcatura CE, essendo di per sé piuttosto complessa, quando si abbina alle insidie ed alle cortine fumogene delle trattative con i fornitori asiatici, si traduce in una miscela pericolosa di confusione e di gravi rischi. Il non riuscire a garantire la conformità può comportare il sequestro della merce, cosa che si verifica su vasta scala durante la stesura di questo articolo. Qualora ti fossi perso la notizia, più di 15.000 cosiddetti Hoverboards sono stati sequestrati di recente dalle autorità britanniche. Il numero totale di unità ispezionate è stato di 17.000, pertanto oltre l’88% (!) degli Hoverboards ispezionati è stato sequestrato. Perché? Perché gli importatori non sono riusciti a dimostrare la conformità con le normative comunitarie vigenti in materia.

Ma tutto ciò accade solo nella super-regolamentata l’Europa, giusto? Riflettici. All’inizio di questa settimana Amazon.com ha annunciato il ritiro di quasi tutti i modelli di Hoverboard venduti sul sito. Secondo questo articolo, Amazon.com ha inviato una richiesta a tutti i venditori di Hoverboard affinché producessero subito i documenti di conformità:

“Amazon ha inviato un avviso ai venditori chiedendo loro la prova che i loro gadget fossero “conformi alle normative di sicurezza vigenti, comprese la UN 38.3 (batteria), la UL 1642 (batteria) e la UL 60950-1 (caricatore)”, secondo Swagway..”

Nel 90% dei casi, gli acquirenti non riceveranno alcun supporto dai loro fornitori. È un dato di fatto: la maggior parte dei fornitori non ha idea di cosa sia, ad esempio, la UL 1642. E perché dovrebbero? Dopo tutto, non è loro responsabilità. Attualmente la marcatura CE è richiesta solo nell’Unione Europea, eppure, come sottolineato dai recenti avvenimenti, anche le aziende americane che importano dalla Cina da altri Paesi asiatici stanno affrontando le stesse difficoltà.

Allora, cosa ne sanno i fornitori cinesi di marcatura CE? Non molto, anzi molti di loro ritengono che si tratti di scartoffie e formalità. Come dimostrato dai recenti sequestri effettuati nel Regno Unito, un prodotto non “diventa” conforme alle normative di sicurezza per caso. Per essere conforme, un prodotto deve essere progettato secondo determinate direttive. Questo ci porta al problema successivo. Solo una minoranza dei produttori cinesi possiede le competenze tecniche per realizzare “prodotti conformi”. E’ una cosa complicata.

Ma l’iPhone è “Made in China”? Sì. La Cina è sede di alcuni tra gli impianti di produzione su larga scala più sofisticati e più grandi di tutto il mondo. Ma siccome Foxconn (il produttore a contratto leader nel mondo) non accetta il tuo ordine di 2000 pezzi di auricolari Bluetooth, la cosa è piuttosto irrilevante.

Equivoco n° 1: E’ responsabilità del fornitore, e non nostra, garantire il rispetto di tutte le direttive rilevanti in materia di marcatura CE.

No, non è tua responsabilità. Anche se i testi giuridici fanno spesso riferimento alla “responsabilità del produttore”, questo non riguarda gli importatori. Le autorità europee non perseguono mai i produttori esteri. Al contrario, si concentrano sugli importatori che hanno sede nell’Unione Europea e che devono poi far fronte ai controlli ed alle multe.

Il più grande errore che puoi commettere quando acquisti dalla Cina, è quello di non fare supposizioni sul fornitore. Tra tutti i grandi errori, quello più grave è di dare per scontato che il fornitore sappia addirittura quali normative vigano in Europa per quanto riguarda il tuo prodotto. l’80% di loro non lo sa, il 15% lo sa, ma non può farlo. Il restante 5% ha le competenze tecniche, le attrezzature, i subappaltatori e l’esperienza, e parte della documentazione di conformità necessaria, ma non dispone di tutto il necessario.

Equivoco n° 2: Il fornitore ci ha inviato una dichiarazione di conformità CE. Ciò significa che i miei prodotti sono conformi?

Quando viene chiesto a un fornitore se “è conforme alla normativa / direttiva X “, questi risponde inviando una Dichiarazione di Conformità CE (DoC). Prima di approfondire questo discorso, cominciamo con le nozioni di base: una fabbrica non può essere “marcata CE”. La cosa riguarda solo i prodotti specifici. Dunque, una Dichiarazione di Conformità CE è valida solo per il/gli SKU elencato/elencati e non garantisce magicamente la conformità ad ogni singola unità che viene fuori da una catena di montaggio.

Ora arriviamo al vero problema. Quello che molti produttori cinesi, e gli importatori, non riescono a capire, è che la Dichiarazione di Conformità è solo uno dei “Documenti CE” richiesti dalla legge. Come minimo, tutta la documentazione comprende quanto segue:

  1. Dichiarazione di Conformità
  2. Rapporto// del/dei test
  3. File del progetto / diagramma del circuito
  4. Distinta dei materiali / elenco dei componenti
  5. Analisi dei rischi
  6. Sintesi di tutte le direttive comunitarie applicate / normative tecniche
  7. Manuale d’uso / libretto di istruzioni
  8. Marcature ed etichette apposte

Questo è il file tecnico. Indovina quanti sono i produttori cinesi che sanno cos’è un file tecnico? Non molti. Trovare un fornitore, ed un prodotto adatto, con la documentazione completa è quasi impossibile. Detto in parole semplici, il contratto di produzione non funziona in questo modo. Inoltre, i produttori non sono esperti, e nemmeno bisogna supporre che lo siano, in materia di marcatura CE nell’Unione Europea. Questo è compito tuo!

Il file tecnico

Il file tecnico viene creato e tenuto da parte dall’importatore, senza nessuna eccezione. Non è necessario alcun formato specifico e molti fornitori collaborano alla sua creazione, ma non aspettarti mai che siano loro a prendere l’iniziativa e a portare avanti un progetto. Tieni anche a mente che ciascun prodotto deve avere il proprio file tecnico, anche se le variazioni dello stesso prodotto possono essere comprese in un singolo file.

Equivoco n°3: Il fornitore sa quali direttive EN si applicano ai nostri prodotti

No, la maggior parte dei fornitori non ne ha la minima idea. Finanche tra i produttori che commerciano prevalentemente con l’Unione Europea la comprensione di quali “direttive con marcatura CE” si applicano è limitata. Ne deriva il fatto che molti fornitori possono produrre solo documenti attestanti una conformità parziale, cioè la conformità con alcune, ma non tutte, le normative vigenti.

Equivoco n° 4: I miei prodotti sono marcati CE, perché dovrei preoccuparmi?

La marcatura CE è solo un marchio di conformità. Tuttavia, l’importatore europeo deve conservare la documentazione necessaria per un minimo di 10 anni. Ci sono un sacco di prodotti di scarsa qualità e, talvolta, pericolosi, che hanno la marcatura CE – ma l’etichetta in sé non ha alcun valore senza la documentazione adeguata. Quello che devi prendere in considerazione è quanto segue:

  1. Quali direttive comunitarie si applicano ai nostri prodotti?
  2. Abbiamo tutta la documentazione?
  3. Oltre al marchio CE, ci sono altri requisiti di etichettatura comunitari applicabili al prodotto?

Equivoco n°5. I test e le certificazione da parte di terzi non sono obbligatori per i nostri prodotti. Possiamo quindi fidarci del fornitore affinché produca tutta la documentazione pertinente.

Nella nostra intervista con Han Zuyderwijk, egli ha dichiarato che il 90% di tutti i prodotti può essere “auto certificato”. Ciò significa che un fornitore è autorizzato ad emettere una dichiarazione di conformità, senza sottoporre il prodotto ad una società terza per lo svolgimento dei test di conformità. Questo dovrebbe rendere la vita degli importatori molto più facile. Basta dire al fornitore di emettere una Dichiarazione di Conformità (DoC) e di fare il test in sede. Sì, in teoria, tutto potrebbe funzionare, se non fosse per il fatto che pochissimi fornitori hanno l’esperienza e le attrezzature adeguate per effettuare i test richiesti. Dopo tutto, questi rapporti dei test sono allegati obbligatori del file tecnico.

Di conseguenza, devi fare affidamento su una società terza addetta allo svolgimento dei test quando sviluppi il file tecnico CE. Alla fine, non devi permettere al tuo fornitore di esprimere giudizi sui propri prodotti, anche se ha le competenze e le attrezzature necessarie.

Equivoco n° 6: Il mio fornitore non può garantire il rispetto di una determinata direttiva. Nonostante ciò, per anni ha esportato merce in aziende nell’Unione Europea senza problemi. Perché dovremmo dare retta a voi invece che al nostro fornitore?

Spesso ci sentiamo sollevare questa obiezione. Speriamo di sentirlo sempre meno, dopo l’attuale inasprimento dei controlli sui componenti elettronici non sicuri. Ma torniamo all’argomento principale. Molti importatori danno per scontato che non ci siano normative vigenti, semplicemente perché i loro competitor non si preoccupano di garantire la conformità. Molti fornitori cinesi fanno lo stesso ragionamento: nessuno dei nostri acquirenti ha mai richiesto in precedenza questo tipo di procedura, perché dovremmo preoccuparci ora?

Quello che si devi capire prima di tutto, è che non esiste un’applicazione complessiva di tutte le normative. Esistono le normative sviluppate, in primo luogo, in un contesto europeo, piuttosto che per il commercio internazionale sulla base di contatti stipulati attraverso Alibaba e Globalsources. In pratica, ciò significa che le dogane non controllano ogni singola spedizione.

Anche se non abbiamo dei dati sul numero di spedizioni che, in realtà, vengono controllate, stiamo ricevendo un numero sempre crescente di segnalazioni da parte degli importatori che vedono sequestrarsi la merce dalle dogane dei vari stati membri dell’Unione Europea, semplicemente per la mancanza di documenti di conformità per la marcatura CE. Tuttavia, il fatto che la maggior parte delle spedizioni ancora “superi i controllo” viene considerato, sia dai fornitori che dagli importatori, come un segnale secondo cui la marcatura CE di conformità non è qualcosa che dovrebbe essere presa sul serio.

Conclusione

Concordo sul fatto che l’applicazione delle normative non sia omogenea. Concordo sul fatto che il quadro sia eccessivamente complesso e che la legislazione debba essere adattata alle condizioni odierne (degno di nota è che la marcatura CE sia stata realizzata negli anni ’90, aspetto che non la rende così vecchia, ma le cose si evolvono rapidamente). Tuttavia, la mia e la vostra opinione avranno poco peso il giorno in cui il vostro prodotto verrà sequestrato perché non conforme. In realtà, il grosso rischio non è quello di farsi sequestrare la merce dalla dogana. Il rischio di gran lunga maggiore è quello che i prodotti possano causare incendi o lesioni personali. Se ciò dovesse accadere e se si scoprisse che la tua azienda ha venduto merce illegale e non conforme, non dovrai far fronte solo al sequestro della merce, ma dovrai anche subire una causa legale per milioni di euro.

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